Parco di Pinocchio: alcune riflessioni

montecatini_terme_fanucci_iniziativa_terrorismo4La valorizzazione del Parco di Pinocchio deve essere, per ogni attore istituzionale coinvolto, non un obiettivo, ma un dovere da perseguire con serietà, dedizione e impegno. Pinocchio è patrimonio dell’umanità. Abbiamo un tesoro di inestimabile valore, adesso occorre lavorare per ottimizzarne effetti e ricadute. Collodi è una “perla toscana” di inestimabile pregio, ma Il grande parco rappresenta una risorsa per l’Europa, per l’Italia e per la Toscana, non solo per Pescia. Solo con ambizione, coraggio e visione di ampio respiro un progetto così sfidante potrà vedere la luce e non rimanere un bel sogno in un cassetto così come è stato fino ad oggi.

Il settore dei parchi di attrazione è in salute e sta vivendo una stagione di grande dinamismo. Lo dimostra la progettazione del grande parco di divertimenti in Spagna (località Terragona, nei pressi di Barcellona) dedicato alla Ferrari che aprirà i battenti nel 2017. Solo per dare due numeri: 100 milioni di euro di investimenti in uno spazio di 60mila metri quadrati. Ciò deve rappresentare un punto di riferimento in termini portata dell’investimento e sviluppo dell’area di intervento. Porto questo esempio in ottica di investimenti e posti di lavoro non di concorrenza, anzi questo mi consente di sottolineare la positività di una logica di cultura e apprendimento (edutaiment) che nel nostro parco dovrà prevalere sul mero divertimento adrenalinico (le montagne russe per intendersi).

Il logo di Pinocchio e la nostra collocazione geografica rappresentano un valore aggiunto unico: la recente partnership con la Cina per la creazione di un parco dedicato a Pinocchio non è pertanto un limite o un problema, ma una ulteriore opportunità. Sinergie, promozione e sviluppo del brand potranno trovare attuazione anche grazie a questa collaborazione. In virtù di ciò, la rinnovata attenzione di soggetti pubblici e privati allo sviluppo del progetto parco non può che trovarci entusiasti e pronti a metterci in discussione. Il gioco di squadra, a tutti i livelli, rappresenta una condizione fondamentale per il successo dell’opera. Pertanto, sono a chiedere una cabina di regia capitanata e condotta da Enrico Rossi e Oreste Giurlani. Il coinvolgimento dei Comuni di Pescia e Capannori, delle Province di Pistoia e Lucca, della Regione Toscana è la base da cui ripartire. L’accordo di programma del 2001 dovrà essere un punto di forza e di ripartenza, sono passati quindici anni, certo, saranno necessari fisiologici aggiustamenti e riflessioni sulle ragioni che hanno portato a non vederne concretizzati gli esiti, ma sono convinto che il governo, una volta individuate le opere strategiche, non sarà sordo alle nostre richieste. Ulteriore punto di forza è la presenza del ministero dei beni culturali nella Fondazione condotta dall’amico PierFrancesco Bernacchi. A lui dobbiamo riconoscenza per tutto il lavoro portato avanti in questi anni. Sono convinto che saprà portare avanti il progetto integrato del parco realizzando il nostro sogno. Ho molta fiducia e stima nel suo operato e sono convinto che possa essere l’attore protagonista di questa vicenda.

Abbiamo la possibilità di arrivare, attenzionare e coinvolgere Palazzo Chigi. Non ci possiamo permettere divisioni o tentennamenti. Il realizzarsi di un eccezionale motore di sviluppo per la nostra economia è oggi possibile. Ho molto apprezzato l’invito a collaborare che il Sindaco GIURLANI ha fatto ai due partner del progetto “grande parco”, PierFrancesco Bernacchi e Federico Incerpi.
Nel concreto: in prima battuta ritengo debba essere perseguita la rotta di un progetto integrato che veda il realizzarsi una formale partnership tra pubblico, la Fondazione, e il privato, la società Metamorfosi. Qualora non si verificassero le condizioni ritengo comunque possibile e auspicabile la strada di un’offerta integrata di attrazioni culturali, ludiche e di intrattenimento capaci, col passare del tempo, di fondersi sempre di più.

Da scongiurare assolutamente un’ipotesi di concorrenza e scontro tra le due realtà: il sogno si trasformerebbe in un incubo dai risvolti devastanti e imprevedibili. Le istituzioni tutte hanno il dovere di accompagnare il processo in corso esigendo trasparenza, correttezza e rispetto di tutte le regole. Al tempo stesso, attraverso un’ azione di coordinamento tra le proposte in campo, la cabina di regia composta dal Sindaco Giurlani e dal Governatore Rossi dovrà fungere da organo di indirizzo e controllo. Indirizzo perché il territorio, grazie a coordinate chiare, lineari e ineludibili, possa essere valorizzato al meglio. Controllo perché non vi siano errori, di nessun genere, su ogni passaggio che il progetto dovrà affrontare. Pertanto, trasparenza e partecipazione dovranno essere alla base di ogni atto, pubblico o privato, che si rendesse necessario.
In ultimo una riflessione sulle infrastrutture: sono una priorità, le fondamenta di qualsiasi ipotesi di investimento in campo, ma non siano la scusa per non fare nulla. Il realizzarsi di un’opera viaria capace di liberare Collodi dal traffico pesante legato alle cartiere ha oggi, davanti ad una concreta possibilità di rilancio del parco, maggiori possibilità di essere realizzata.

Non ho dubbio alcuno: l’opera in questione servirebbe a prescindere, ma con pragmatismo ritengo che senza risorse nazionali e/o europee legate allo sviluppo del progetto nel suo insieme, sarà difficile vederla realizzata. Tuttavia, sarebbe un errore imperdonabile pensare solo alla viabilità. Il sistema integrato dei trasporti in Toscana è oggi più forte grazie al raddoppio della ferrovia tra Pistoia e Lucca e all’unificazione degli aeroporti di Pisa e Firenze. Se insieme lavoreremo uniti, forse un domani, magari non troppo lontano, potremo anche arrivare a dire che grazie al Parco di Pinocchio i visitatori arriveranno a scoprire anche la Toscana e l’Italia. Guai a piangerci addosso, davanti a noi abbiamo una storia tutta da scrivere!

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