Il Partito Democratico sia protagonista del cambiamento

IMG_1897Il presidente Rossi sta lavorando a un riassetto regionale con prospettiva riformista e innovativa mentre a livello locale, come ha detto il segretario Dario Parrini, abbiamo dato vita a Montecatini Terme ad un seminario molto partecipato, organizzato dal Partito Democratico della Toscana, sulle fusioni e le Unioni dei Comuni. Il PD deve essere protagonista non soltanto della fase di studio, ma anche della realizzazione di seri progetti associativi. Noi abbiamo una responsabilità diversa dagli altri dal momento che guidiamo il governo nazionale, che ha previsto nella Legge di Stabilità 2016 importanti incentivi in favore delle fusioni, e guidiamo la Regione Toscana, dove sono già previste molte agevolazioni significative per i Comuni che scelgono di procedere verso le aggregazioni.

Inoltre, il Partito Democratico regionale si sta facendo carico del tema con una forza ed una priorità inedita rispetto al passato e la maggior parte degli amministratori locali sono stati eletti nelle liste del PD. Non sono possibili alibi, occorre iniziare ad agire. L’idea di rimandare decisioni che devono essere prese oggi è un’opzione che non è sul tavolo, perché rispetto alle aspettative che si sono generate, il Partito Democratico deve dare una indicazione stringente e chiara ai propri amministratori. A mio avviso, dobbiamo cambiare la normativa regionale nel senso di favorire nuovi e più ampi assetti territoriali. È difficile e a volte impopolare, però ritengo che sia la scelta giusta su cui investire le nostre energie.

Occorre che il partito sui territori sia conseguente a questa trasformazione. Penso ai nuovi assetti ottimali che si potrebbero realizzare con il venir meno delle province e con i collegi dell’Italicum. La politica, con la nuova legge elettorale e con l’abolizione dl Senato per come lo conosciamo oggi, non sarà più la stessa, anche a livello della rappresentanza. Ritengo che le attuali federazioni provinciali del Partito Democratico non siano più del tutto adeguate per rispondere alle esigenze dei territori. Rispetto alla nuova legge elettorale, è necessario un ragionamento di insieme in grado di ridefinire le federazioni sulla base dei collegi previsti dall’Italicum. Il Senato delle autonomie sarà certamente molto diverso da quello di oggi, dunque dobbiamo essere politicamente pronti a gestire queste novità in modo attivo per cercare di dominarle. L’appello che rivolgo ai segretari provinciali è quello di ripensare le federazioni nell’ottica dei nuovi collegi dell’italicum e del superamento delle province: si tratta di un’indicazione che mi auguro il partito regionale possa raccogliere.

Colgo l’occasione per estendere questo ragionamento anche al sistema bancario. In Italia centrale abbiamo subito più di altri territori gli effetti del decreto banche approvato in Legge di Stabilità. In realtà, il problema ad esempio di Banca Etruria, non ha riguardato soltanto Arezzo, ma tutta l’Italia centrale. Per essere credibili ed evitare nuovi casi come questi, dobbiamo dire alle banche, soprattutto a quelle del Credito cooperativo, di fondersi prima che la legge lo imponga. In questo modo non sarebbe un’imposizione calata dall’alto, ma una scelta consapevole che renderebbe il sistema più efficiente e più efficace, a vantaggio della collettività. I minori costi potranno rendere più competitivo il sistema bancario.

Per comprendere questo grande cambiamento non dobbiamo intendere gli interventi del governo come singoli atti, ma come parte di un progetto di insieme. La riforma dei servizi pubblici locali dovrà essere conseguente a questa riorganizzazione che dovrà prevedere meno consigli di amministrazione, una dimensione più efficiente ed efficace dei servizi a livello territoriale, e un sistema di incentivi e disincentivi pensati per motivare le fusioni fra aziende di servizi pubblici locali. Per farlo, occorre la generosità e la responsabilità di chi è chiamato a prendere decisioni. I sindaci del Partito Democratico devono sentirsi impegnati come rappresentanti di una battaglia che va ben al di là del loro contesto comunale. Il taglio delle società partecipate dovrà riguardare in particolare la Regione, che ne ha molte e si sta già spendendo in questo senso. Tutti i Comuni e tutti gli Enti che hanno partecipazioni in queste realtà devono agire con lo spirito di cambiare in meglio le cose. Lo Stato non può più farsi carico delle perdite e occorre avviare una gestione più efficiente. Dobbiamo farci carico di questa nuova prospettiva, perché il presente sia migliore di un passato che vogliamo metterci per sempre alle spalle.

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