Il futuro del nostro territorio

image

Nei giorni scorsi, il direttore del quotidiano La Nazione, Gabriele Galligani, è intervenuto con due editoriali sul tema dell’Unione e della fusione dei Comini, incoraggiando le istituzioni e gli Enti locali del territorio ad uno sforzo condiviso su questi temi.

Ecco il testo della risposta che ho inviato.

Gentile Direttore,

ho molto apprezzato l’editoriale con cui ha richiamato con nettezza ad un’unione più forte ed efficace fra i Comuni della Valdinievole. Il dibattito su questi temi è urgente; occorre affrontarlo senza inutili steccati ideologici, ma confrontandosi su proposte ed idee utili al rilancio del territorio. Mettere in rete competenze ed opportunità, infatti, è un’esigenza che non possiamo rimandare, vista la necessaria razionalizzazione delle risorse e il nuovo assetto istituzionale sorto dopo il superamento delle province.

La Valdinievole è una realtà omogenea per la conformazione del territorio, le infrastrutture di cui dispone e i servizi offerti ai cittadini. La divisione in undici Comuni appare non attuale e, sempre di più, corriamo il rischio di non riuscire a rispondere adeguatamente alle richieste della nostra comunità. È necessario avviare un percorso che vada verso una gestione associata dei servizi, i principali, i più importanti e qualificanti: urbanistica, lavori pubblici, anagrafe, ambiente, promozione e valorizzazione turistica con un calendario di eventi di altissimo livello finalmente unico e condiviso.

Non possiamo illuderci di battere le difficoltà economiche ricorrendo agli strumenti del passato. Serve cambiare, immaginare risposte nuove, moderne ed autenticamente riformiste. Con la Società della Salute abbiamo già dimostrato che la Valdinievole unita può raggiungere risultati straordinari, adesso è il momento di allargare il campo di azione. Ad esempio per quanto riguarda le centrali di committenza, ritengo si potrebbe fare di più e meglio per favorire una gestione organica delle gare d’appalto. La centrale di committenza della provincia di Pistoia è un’opzione credibile per gestire gli acquisti e rappresenta lo sforzo del territorio di proporsi come soggetto unitario. Occorre una visione lungimirante da parte della Politica, che guardi al di là della convenienza immediata e immagini l’assetto futuro del nostro territorio; dopodiché occorrono scelte amministrative e atteggiamenti conseguenti.

La fase di transizione che la provincia sta attraversando non può essere un limite alla capacità dell’ente di attivare una Stazione unica appaltante che funzioni. Il presidente Vanni, come compito di mandato, può farsi carico di questa responsabilità, lavorare per superare ogni eventuale aspetto critico e consentire ai sindaci di espletare tutte le gare più urgenti e i processi avviati in tempi certi ricorrendo alla centrale di committenza provinciale. Dopo l’approvazione della riforma Delrio, infatti, la provincia ha il compito di proporsi quale fattore aggregante delle singole realtà e di favorire percorsi condivisi. La Valdinievole deve presentarsi compatta: si tratta di mettere in rete progetti, opportunità e strumenti, con l’obiettivo di abbattere i costi e di migliorare l’efficienza. I Comuni non possono più permettersi di continuare a muoversi in ordine sparso, seguendo logiche e binari autonomi.

Anche per questo, l’istituto dell’Unione dei Comuni è la prospettiva più credibile per il futuro del nostro territorio, grazie anche alle ingenti risorse e agli strumenti assicurati dalla Regione Toscana e dalla legge Delrio. Per raggiungere un risultato positivo, occorre coinvolgere tutte le amministrazioni: il nuovo assetto sarà in grado di funzionare soltanto se sarà “largo”. Significa che tutti gli undici i Comuni della Valdinievole, nessuno escluso, dovranno ragionare come un’entità unica sulle questioni più rilevanti e strategiche, dedicando all’Unione il personale più qualificato, preparato e motivato. Non deve sembrare, non è e non può essere descritto come un sacrificio o come un “passo indietro”, ma grande investimento da cui dipende il futuro dei nostri figli e del nostro territorio.

Allo stesso tempo, non possiamo sottrarci ad una seria riflessione sulle fusioni. La nostra storia recente insegna che territori oggi divisi hanno condiviso storie comuni: Buggiano e Ponte Buggianese, Chiesina Uzzanese e Uzzano, in montagna Abetone e Cutigliano, solo per fare alcuni esempi. Le esperienze di successo nel campo del riordino istituzionale si possono riassumere con il titolo: “fusioni strette, unioni larghe”. Tuttavia, non esiste una ricetta applicabile a tutte le realtà, occorre un ampio coinvolgimento della base, un processo partecipativo vero capace di stimolare anche i cittadini più pigri e disillusi. I sindaci devono metterci la faccia assumendosi l’onore e l’onore di guidare il processo, con la consapevolezza che insieme, non da soli, si migliorano le cose rispetto a come le abbiamo prese in carico.

La Valdinievole riparte soltanto se saprà affrontare le sfide che la attendono in modo unitario. ll raddoppio della linea ferroviaria, il rilancio del Parco di Pinocchio, lo sviluppo del Polo termale e il rafforzamento dei nostri distretti, sono le condizioni da cui ripartire. Il nostro territorio ha risorse straordinarie, ma dobbiamo sfruttarle meglio. Dobbiamo mettere da parte inutili personalismi e anacronistici campanilismi. Un territorio diviso, inevitabilmente, è un territorio più debole. In questo momento, la Valdinievole può contare su una forte rappresentanza istituzionale: dobbiamo dimostrare di poter cogliere le straordinarie occasioni di crescita che la nostra Valdinievole, terra di cultura, di arte, di artigianato e di impresa, è in grado di offrire. Su questo terreno si misurerà la nostra capacità di incidere e di vincere le sfide dei prossimi anni.

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Share on TumblrShare on LinkedInPin on PinterestEmail this to someonePrint this page

Una risposta a Il futuro del nostro territorio

  • Giancarlo Capecchi scrive:

    La questione è particolarmente seria e riguarda anche la Montagna. Queste sono cose a cui i partiti, le più importanti organizzazioni della società, dovrebbero dare un impulso decisivo. La nuova Provincia non è ancora pronta, anche per autorevolezza, a farsi carico di questi problemi.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.


due × = 14

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

email-32facebook-43wikipedia youtube-21