“Toglietemi tutto ma non il sorriso”, il libro di Anna Lisa alla Camera dei Deputati

foto anna lisaQuesta mattina, abbiamo presentato alla Camera dei Deputati il libro “Toglietemi tutto ma non il sorriso”, scritto da Anna Lisa Russo, scomparsa per un male incurabile ad appena 33 anni.

“La ragazza delle fragole”. E’ questa la definizione che utilizza Mario Calabresi, direttore de “La Stampa”, nella prefazione. Il quotidiano torinese aveva ospitato il suo blog, il racconto quotidiano contro la malattia, i dolori e le sofferenze del cancro. “La ragazza delle fragole” perché, anche dalle situazioni più terribili, Anna Lisa era in grado di cogliere gli aspetti migliori, più ironici, che le consentivano di non perdere il sorriso e la speranza, proprio come nel racconto citato da Calabresi l’uomo braccato dalle tigri trova la forza di apprezzare una piccola fragola nata spontaneamente.

“Toglietemi tutto ma non il sorriso” è il diario divertente, allo stesso tempo drammatico dei 3 anni della malattia: un periodo durante il quale Anna Lisa non perde mai la speranza, con una forza ed una determinazione straordinaria: “non c’è cosa che mi piaccia di più al mondo che ridere – scriveva Anna Lisa il 19 settembre del 2008 – e anche quando ci sarebbe ben poco da ridere: io rido”. L’aspetto straordinario di Anna Lisa è che non perde questo spirito neppure nei giorni più difficili, ma trova modo di scherzare anche sugli aspetti peggiori della chemioterapia e sui giorni passati in ospedale. Stila le cose da non dire mai ad una persona malata: una testimonianza ironica e dissacrante, ma che ci fa riflettere sulle piccole-grandi umiliazioni che è costretta a sopportare una ragazza di 30 anni nelle sue condizioni di salute. “Tanto i capelli ricrescono”, “vedrai come sarai bella del tuo colore”: apparenti incoraggiamenti, certamente pronunciati in buonafede, a cui Anna Lisa rispondeva in maniera a volte addirittura sfrontata, ma sempre sincera, ironica e intelligente.

Quella di Anna Lisa era una vita normale, serena, come quella di milioni di sue coetanee: un fidanzato nuovo (“Qualcuno”, come lo definisce), tanti amici, una madre meravigliosa, la faticosa ricerca di un lavoro. Poi, quel maledetto 21 novembre del 2008, tutto cambia all’improvviso, togliendo certezze, sogni, ma non la leggerezza e la voglia di vivere, alle quali Anna Lisa non rinuncia mai. Leggere questo libro significa calarsi nella sofferenza e allo steso tempo in un modo straordinario, fatto di piccole cose, di gioie semplici: la neve, il regalo di un’amica, l’addio al nubilato con pizza e lo spumante. Anna Lisa temeva di non avere un linguaggio adeguato per scrivere un libro, “ho un vocabolario ridotto”, diceva: personalmente l’ho trovata splendida, mai banale, una lettura che fa piangere e ridere allo stesso tempo. 
Mi ha colpito in particolare un aspetto forse secondario: il linguaggio di Anna Lisa diventa, pagina dopo pagina, sempre più tecnico, i termini medici sempre più accurati e precisi. In quei tre anni, la “bestiaccia”, come lo chiamava lei, ha invaso ogni momento della sua vita, e Anna Lisa, anche nel modo di esprimersi, ha imparato, suo malgrado, a convivere con un mondo distante anni luce dal suo. È stata costretta, ogni momento, a fare i conti con una realtà che non l’aveva mai lontanamente sfiorata. Il pensiero degli ultimi giorni era lontano; dice: “pensavo di morire a 80, 90 anni, non in un Hospice per le cure palliative”.

Quelle del ritorno a casa, per l’ultima volta, sono pagine che ci raccontano di una ragazza straordinariamente attaccata alla vita, nonostante tutto. “Mi hanno concesso una mezza giornata d’aria – scriveva – come un carcerato, munita di ossigeno, morfina, sedie a rotelle ed entusiasmo, sono tornata a casa e Dio sa quanto è stato difficile per me venir via. Ho voglia delle mie cose, della mia gatta, del caos sulla mia scrivania”.

Su youtube ho cercato il video del matrimonio con Andrea, che ringrazio ancora per essere oggi qui presente. Immagini toccanti e bellissime di un matrimonio che vorrei definire “normale”, di due ragazzi che si amano e vogliono condividere questo momento speciale insieme, con i fiori d’arancio e la torta a 7 piani. Straordinario è anche il video in cui Anna Lisa, in compagnia dell’attore Paolo Hendel, si rivolge alla telecamera per chiedere di devolvere il 5×1000 all’associazione “Cure palliative” di Livorno, che dà la possibilità a tante persone malate di curarsi in un ambiente sereno e positivo. 
La risata di Anna Lisa è fragorosa, potentissima, seduta sul suo letto di ospedale sembra dimenticare la malattia. Una lezione per tutti, che ci incoraggia a vivere la vita appieno fino all’ultimo momento perché ovunque anche nel dolore si possono trovare cose per cui vale la pena di continuare a sorridere.

Il ricordo di Anna Lisa, oggi, resta in vita nell’associazione nata in suo ricordo, nelle iniziative che conduce e che siamo certi Anna Lisa avrebbe condiviso e incoraggiato con l’entusiasmo e la passione di sempre. Attraverso la Ricerca scientifica, da sostenere con le risorse necessarie ed ogni mezzo (è importante ricordarlo anche in questa sede), si possono compiere straordinari passi in avanti perché un giorno non esistano più mali incurabili come quello che ha colpito Anna Lisa.

Il lavoro encomiabile che i medici e la Onlus “Annastaccatolisa” stanno conducendo per ampliare la discussione su questi temi, e per raccogliere fondi per la lotta al carcinoma mammario meritano la nostra sincera gratitudine, sostegno e il massimo riconoscimento riconoscibile. Insieme, grazie ad Elena, abbiamo deciso di presentare il libro alla Camera dei Deputati, per far conoscere a quante più persone possibili l’attività dell’associazione, coinvolgere più persone ed informare sulle vostre iniziative.

Anna Lisa ci ha insegnato che la felicità è fatta di piccole cose: sono certo che oggi ci guarda dall’alto ed è orgogliosa di quanto state facendo. Vorrei che per il libro scrivessimo un finale diverso: possiamo farlo, se non dimenticheremo il suo sorriso e se continueremo a sostenere la  battaglia contro la malattia. A Montecatini Terme, la sua città, un giardino pubblico porta il suo nome: è un orgoglio aver partecipato all’inaugurazione, insieme ai familiari e a tanti amici, e che la città conservi per sempre il ricordo di una ragazza straordinaria.

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