Presidente Rossi: “Chiusura uffici postali: dalla Toscana parta movimento per far ritirare il piano”

RossiNegli ultimi giorni si stanno diffondendo notizie allarmanti in merito alla chiusura di sportelli e uffici postali in tutta Italia: una decisione che potrebbe provocare notevoli difficoltà ai cittadini, in primo luogo alle persone anziane o impossibilitate a spostarsi.

Per questo motivo, ho sottoscritto un’interrogazione, firmata da 67 deputati del Partito Democratico per chiedere al governo quali azioni intenda intraprendere per scongiurare la cessazione di questo servizio fondamentale. Poste Italiane Spa, occorre ricordarlo, riceve significativi contributi da parte dello Stato per consentire agli uffici postali periferici di garantire l’erogazione dei servizi postali essenziali.

Il piano di riorganizzazione previsto dall’azienda prevederebbe, a livello nazionale, la chiusura di 455 Uffici Postali e la riduzione degli orari di apertura in 608 uffici. Basti pensare che nella sola Toscana è prevista la chiusura di ben 63 presidi postali, di cui 9 nella sola provincia di Pistoia, un territorio che ha già subito il taglio di diversi uffici nel 2012: Avaglio, Castelvecchio e San Quirico, Corbezzi, Fognano, Massa e Cozzile, Montecatini Alto, Montevettolini, Pianosinatico, Prunetta e Treppio. Molti altri, in quella occasione segnalati prossimi alla chiusura, adesso sono nuovamente a rischio.

Il governatore Enrico Rossi ha incontrato oltre cento Sindaci toscani per stabilire una linea d’azione unitaria contro la chiusura degli uffici postali nei piccoli Comuni e oggi è intervenuto con una lettera rivolta a tutti i parlamentari toscani.

Ecco il testo.

“Egregi,

Poste Italiane ha annunciato la chiusura in Toscana di ulteriori 63 uffici postali e la riduzione del servizio in altri 37. Una decisione unilaterale, comunicata con una raccomandata ai sindaci interessati, per informarli che dal prossimo 13 aprile i servizi sarebbero stati sospesi o ridotti.

Una decisione che ha fatto scattare un’immediata ed estesa protesta di tanti amministratori locali e che penalizza ulteriormente gli abitanti delle zone periferiche e marginali. Spesso anziani residenti in aree prive di servizi di trasporto pubblico. Aggiungo che solo poco tempo fa le Poste avevano proceduto ad una riorganizzazione della propria presenza sul nostro territorio, con la chiusura di ben 74 uffici.

Tutto ciò rende questa ulteriore chiusura del tutto inaccettabile. Principalmente per i costi sociali che produrrebbe, dando un colpo definitivo a tutte le aree marginali della Toscana, alimentando tensioni e proteste da parte della popolazione.

Ieri ho incontrato oltre 100 sindaci interessati da questo nuovo taglio dei servizi, insieme all’Anci Toscana e all’Uncem. Tutti hanno confermato il profilarsi di una situazione insostenibile.
Ho ritenuto necessario informarvi di questa situazione, affinché possiate intervenire ed aiutarci in questa battaglia per cancellare questa iniziativa di Poste Italiane che finirebbe per danneggiare la parte della Toscana più in difficoltà.
Tra l’altro l’azienda ha denunciato, nel 2013, un attivo netto di oltre un miliardo. Non si tratta quindi di un ente in difficoltà. Tutt’altro. Poste Italiane è perfettamente in grado di continuare ad assicurare un servizio sociale di carattere universalistico, com’è appunto quello postale.

Contando sulla tua collaborazione e sostegno, ti invio i più sinceri saluti”

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